Come funziona il leasing finanziario? Per il mondo delle piccole e medie imprese, questo è un argomento molto importante. Il leasing, infatti, rappresenta una fonte di finanziamento aziendale accessibile e dalle grandi opportunità. Permette di ottenere risorse importanti per la crescita o addirittura per la sopravvivenza stessa dell’impresa, senza l’obbligo di acquistare e di sostenere, per esse, investimenti elevati.
Leggi l’articolo per saperne di più sul leasing finanziario, sia sotto il profilo normativo che rispetto ai vantaggi che può fornire alle aziende.
Cos’è il Leasing Finanziario
È un contratto attraverso cui la banca si assume l’impegno di acquistare o far costruire un bene scelto dall’utilizzatore, vale a dire dall’azienda. Dopo l’acquisto o la costruzione del bene scelto dall’utilizzatore, la banca lo mette a disposizione di quest’ultimo per un determinato periodo di tempo. L’utilizzatore ne usufruisce pagando un canone generalmente mensile o trimestrale.
Il calcolo del corrispettivo deve tenere conto di alcuni aspetti, tra cui:
- Costi sostenuti per l’acquisto o la realizzazione ex novo del bene;
- Durata del contratto.
La nuova legge sul leasing finanziario
Si avvertiva da tempo l’esigenza di un norma specifica per il leasing finanziario. L’approvazione della Legge 124/2017 ha consentito di distinguere in modo piuttosto netto il leasing finanziario da altre fattispecie contrattuali simili (rent to buy, vendita con riserva di proprietà, locazione, noleggio, leasing operativo).
Differenza tra leasing operativo e finanziario
Sostanzialmente è una sola la differenza tra leasing finanziario ed operativo. Mentre col leasing finanziario sussiste la possibilità di riscattare il bene oggetto del contratto e acquisirne la proprietà, col leasing operativo questa opportunità è esclusa a priori.
Quali figure sono coinvolte in un contratto di leasing
In un contratto di leasing finanziario entrano in gioco varie figure:
- Ditta fornitrice del bene;
- Locatore (può coincidere con un istituto di credito o una società di leasing);
- Conduttore (utilizzatore finale).
I rapporti tra la ditta fornitrice del bene ed il locatore sono regolati da un vero e proprio contratto di compravendita. In buona sostanza, ciò che accade è la vendita e, dunque, il passaggio del bene dalla ditta fornitrice al locatore.
Il contratto di leasing coinvolge, invece, la banca o società di leasing e il conduttore. Il locatore, dunque, concede in leasing il bene all’utilizzatore che, oltre al pagamento periodico di un canone, può decidere al termine del contratto di riscattare il bene e divenirne il proprietario.
Cosa si può fare alla scadenza del contratto
L’utilizzatore ha la possibilità (non ne è obbligato) di acquistare il bene ad un prezzo già fissato all’interno del contratto. Per tutta la durata del contratto, chiaramente l’utilizzatore può usufruire della totale disponibilità del bene. Egli, inoltre, si assume qualsiasi rischio legato all’utilizzo del bene stesso. Nonostante ciò, però, la proprietà del bene rimane in seno alla banca. Qualora, alla scadenza del contratto, l’impresa decida di non acquistare il bene, sarà necessario provvedere alla sua restituzione.
Alternativamente, l’impresa può decidere di rinnovare il contratto di leasing oppure di chiedere la sostituzione del bene, eventualmente con uno più aggiornato sotto il profilo tecnologico.
Cosa accade in caso di mancato pagamento del canone
Nel caso in cui l’utilizzatore non sia in grado di pagare le rate mensili del canone di leasing, la legge stabilisce le condizioni affinché il contratto possa essere chiuso. In particolare, il mancato pagamento di sei rate mensili o di due rate trimestrali, anche non consecutivi, può far scaturire la cessazione di un contratto di leasing immobiliare.
Se, invece, parliamo di un contratto di leasing non immobiliare (per beni strumentali, autovetture ecc.), la risoluzione del contratto può scaturire a seguito del mancato pagamento di quattro canoni mensili, anche non consecutivi. Va da sé che, in caso di risoluzione contrattuale, l’utilizzatore dovrà restituire alla banca il bene oggetto di leasing.
Dal canto suo, la banca sarà tenuta a vendere velocemente il bene. La vendita dovrà basarsi sui valori di mercato, ossia valori frutto di rilevazioni pubbliche, elaborate da professionisti specializzati. Per quanto riguarda un immobile, ad esempio, per professionista specializzato s’intende l’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Se il leasing ha per oggetto un’autovettura, il valore di mercato si baserà sulle quotazioni della rivista Quattroruote.
E se, invece, non fosse possibile basarsi sui valori di mercato? L’unica alternativa consiste nel nominare un perito, rispettando condizioni e regole stabilite dalla normativa vigente. Celerità, trasparenza e pubblicità sono i tre criteri da rispettare nella vendita del bene. La banca ha, comunque, l’obbligo di mettere al corrente l’utilizzatore della vendita del bene.
A chi va l’incasso della vendita del bene?
Anche questo è un aspetto molto interessante. Infatti, la legge stabilisce che la società di leasing è obbligata a versare all’utilizzatore la somma ricavata dalla vendita del bene. Chiaramente, dal canto suo, la banca deve rientrare dalle spese che ha sostenuto. Dunque, dalla somma ricavata dalla vendita andranno sottratti:
- I canoni scaduti e non corrisposti dall’impresa fino alla data di risoluzione del contratto;
- I canoni non ancora scaduti;
- Il prezzo inizialmente concordato per l’esercizio dell’opzione di acquisto;
- Spese per il recupero del bene o per la sua conservazione prima che lo stesso venisse venduto.
La società di leasing continuerà, comunque, a vantare un credito nei confronti dell’utilizzatore, qualora il prezzo ricavato dalla vendita del bene non permetta di coprire le voci di spesa che abbiamo poc’anzi elencato. In circostanze del genere, dunque, l’utilizzatore rimarrebbe debitore nei confronti della società di leasing.
Vantaggi del leasing finanziario per le aziende
Per le imprese, sono diversi i vantaggi derivanti dal leasing finanziario. Analizziamoli insieme:
- L’azienda ottiene un finanziamento del 100% dell’investimento del bene strumentale, senza la necessità di acquistarlo;
- Si pagano solo canoni periodici e, dunque, non vi è alcun immobilizzo di fondi;
- Conoscenza completa dei costi dell’operazione;
- Possibilità di dedurre fiscalmente i canoni, a patto di rispettare le condizioni stabilite dal contratto;
- Assenza di rischi legati al deterioramento o, comunque, alla svalutazione del bene nel corso del tempo;
- Utilizzo del bene solo per il periodo temporale necessario.
Dal canto suo, il locatore (che può essere il produttore/proprietario dei beni) ha la possibilità di soddisfare le esigenze di quelle aziende che necessitano di determinati beni ma che non vogliono o non possono permettersi di acquistarli.
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