Factoring: cos’è e come funziona

factoring cos'è e come funziona

Tabella dei Contenuti

 

Il factoring è un potente strumento finanziario a disposizione delle Piccole e Medie Imprese italiane. Del resto, non possiamo ignorare il fatto che sono proprio le PMI a rappresentare gran parte del tessuto imprenditoriale italiano.

In economia, c’è un disequilibrio di potere contrattuale tra piccole imprese e grandi aziende. I rapporti di forza, infatti, sono generalmente sbilanciati a vantaggio delle organizzazioni più strutturate. Nella prassi quotidiana, accade spesso che quando la piccola azienda vanta un credito nei confronti di un’impresa molto più grande, quest’ultima potrebbe allungare i tempi di pagamento oppure chiedere degli sconti.

In tutta questa situazione, il vero problema è rappresentato dal fatto che il fatturato di una piccola azienda, in varie circostanze, dipenda da uno o pochi clienti. L’impresa che vanta il credito potrebbe andare incontro a pesanti difficoltà, tra cui una crisi di liquidità, magari acuite dal rifiuto della banca di concedere uno sconto in fattura.

In casi del genere, l’istituto di credito potrebbe pretendere dall’azienda di coprire quanto prima eventuali insoluti. L’impresa sarebbe costretta ad utilizzare parte del fatturato che avrebbe voluto investire in altro modo per regolarizzare la propria posizione con la banca. Da tutto ciò si evince che il semplice ritardo di pagamento di un cliente, specie se di un certo peso, può causare serie difficoltà al ciclo finanziario aziendale.

In tutte queste circostanze, potrebbe essere utile attuare un’operazione di factoring. Andiamo a vedere, nello specifico, cos’è il factoring, cosa serve per richiederlo, chi sono i soggetti coinvolti e qual è la differenza tra factoring pro solvendo e factoring pro soluto.

Definizione di factoring: che cos’è

Cos’è il factoring? È un insieme di servizi basato sull’esistenza di una relazione commerciale tra un fornitore ed uno o più acquirenti. Si applica, dunque, solo ai rapporti commerciali che intercorrono tra aziende (per intenderci, esclusivamente nell’ambito B2B).

Tecnicamente, il factoring è un contratto attraverso il quale l’impresa cede ad una società specializzata i propri crediti esistenti o futuri. L’obiettivo è quello di ottenere immediatamente non soltanto liquidità ma anche una serie di servizi aggiuntivi, tra cui:

  • Anticipazione del credito sulle fatture emesse dal fornitore;
  • Protezione dalle insolvenze degli acquirenti;
  • Gestione e riscossione delle fatture.

La società di factoring si assume, dunque, l’impegno di riscuotere l’importo dei crediti, a fronte del pagamento di una commissione e fornisce un finanziamento all’impresa in termini di anticipazioni sui crediti non ancora scaduti.

Tali servizi possono essere forniti singolarmente, in maniera congiunta oppure in varie combinazioni.

I soggetti coinvolti nel factoring: factor, impresa e debitore ceduto

Il contratto di factoring coinvolge tre soggetti:

  • Factor;
  • Impresa;
  • Debitore ceduto.

Il factor è l’operatore specializzato che gestisce e finanzia anticipatamente il credito all’impresa. Dal canto suo, l’impresa cede il proprio credito commerciale al factor, allo scopo di ottenere in cambio immediata liquidità. Il debitore ceduto è l’azienda con la quale l’impresa cedente ha un contratto di fornitura.

Si tratta, a tutti gli effetti, di un vero e proprio finanziamento, attraverso cui l’azienda ottiene liquidità di cassa, utile per far fronte ai propri impegni. In questo modo, la continuità aziendale non viene messa a rischio e l’impresa evita di andare in difficoltà, per via del ritardo di pagamento da parte dei suoi clienti.

Quali requisiti e documenti servono

Per accedere al factoring, i clienti di un’impresa devono essere necessariamente aziende pubbliche o private. Non è possibile richiedere il factoring per crediti vantati verso persone fisiche. Inoltre, è fondamentale che vi siano rapporti commerciali continuativi e non “una tantum”.

La banca svolgerà un’indagine approfondita rispetto ai contratti commerciali già attivi, allo scopo di comprendere se le aziende coinvolte nell’operazione presentano una buona solidità.

A tale scopo, l’azienda che richiede il factoring dovrà fornire all’istituto di credito alcuni documenti importanti, tra cui:

  • Gli ultimi due bilanci;
  • Visura camerale aggiornata;
  • Elenco degli affidamenti bancari;
  • Documentazione attestante il regolare pagamento dei contributi;
  • Elenco delle imprese per le quali si richiede la cessione dei crediti, insieme agli importi vantati e ai tempi medi di incasso.

Quanti tipi di factoring ci sono

Abbiamo sostanzialmente due tipi di factoring:

  • Factoring Pro Solvendo;
  • Pro soluto.

Pro Solvendo

Il factoring pro solvendo è uno strumento finanziario con il quale l’impresa cede il proprio credito ad un factor, senza tutelarsi dal rischio di insolvenza da parte del proprio cliente. Il factor gestisce l’amministrazione dei crediti, compreso il loro incasso.

Possono accedere al factoring pro solvendo imprese di ogni dimensione, fornitrici di altre aziende italiane, estere o della Pubblica Amministrazione. Le aziende che richiedono questa forma di finanziamento hanno l’esigenza di smobilizzare un credito commerciale, affidandolo ad un soggetto terzo competente in materia.

Pro Soluto

Il factoring pro soluto mette l’impresa che cede il credito al riparo dal rischio di insolvenza da parte del debitore. Di tale rischio se ne fa carico il cessionario, ossia il factor. L’impresa cedente è solamente tenuta a garantire la reale esistenza del credito e la sua cedibilità.

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