Chi può richiedere un Prestito Personale? Questa è una domanda che molti utenti si pongono, allo scopo di comprendere quali categorie di persone hanno la possibilità di ottenere un prestito. La realtà è che, contrariamente alla Cessione del Quinto che, sotto questo aspetto, presenta requisiti molto più stringenti, potenzialmente tutti possono richiedere un Prestito Personale.
Andremo a vedere quali sono i principali requisiti solitamente richiesti da banche ed intermediari finanziari e quali sono gli aspetti maggiormente presi in considerazione nella fase di istruttoria dei prestiti.
Ci sono dei limiti minimi/massimi di età per richiedere un Prestito Personale?
Il limite minimo c’è e, come per tutti i finanziamenti, è legato alla maggiore età. Se hai almeno 18 anni puoi richiedere un Prestito Personale. Il limite massimo varia da un istituto ad un altro, a seconda delle politiche di credito degli intermediari o delle banche.
Possono richiederlo anche i cittadini stranieri?
Su questo aspetto è importante fare delle precisazioni. Potenzialmente, non c’è una discriminante legata alla nazionalità di provenienza dei richiedenti ma è fondamentale essere residenti in Italia. In sintesi, questo significa che se sei un cittadino straniero regolarmente residente in Italia puoi presentare una domanda per un prestito personale. Se vivi e risiedi all’estero no.
Si può ottenere un prestito senza busta paga?
No. Per ottenere un prestito personale è necessario poter contare su un reddito mensile dimostrabile, come ad esempio la busta paga o il cedolino della pensione. Se fai parte della categoria dei lavoratori autonomi e, dunque, non disponi di un reddito mensile fisso, dovrai presentare la tua ultima dichiarazione dei redditi.
Il reddito è l’elemento centrale e prioritario, quello attorno al quale ruota principalmente la decisione delle banche di concedere o meno un prestito personale. Mentre per i mutui immobiliari si valutano anche ulteriori garanzie (l’iscrizione di un’ipoteca su un immobile, ad esempio) così come per la cessione del quinto (la sottoscrizione di polizze assicurative), con un prestito personale ciò non avviene.
L’unica differenza rispetto ai finanziamenti poc’anzi citati riguarda la possibilità di coinvolgere nel finanziamento un soggetto terzo che funga da garante. Le banche richiedono un garante quando le garanzie reddituali, seppur presenti, non sono ritenute molto solide.
Chiaramente, la banca farà una valutazione approfondita del garante, dal quale pretenderà requisiti reddituali maggiori e un passato creditizio libero da qualsiasi macchia. Ciò in ragione del fatto che, qualora il beneficiario del prestito non sia più in grado di far fronte al pagamento delle rate mensili, sarà proprio il garante a doversene occupare.
Quanto conta il mio “passato creditizio” ai fini dell’ottenimento di un prestito?
Molto. Dobbiamo, infatti, considerare che, nel momento in cui viene presentata una richiesta di prestito, le banche non valutano soltanto la disponibilità reddituale del richiedente. Esse approfondiscono la sua storia creditizia, allo scopo di comprendere se in passato ha ottenuto altri prestiti e se il rimborso delle rate è stato puntuale o meno.
Bisogna, infatti, tenere in considerazione il fatto che gli istituti di credito si affidano molto alle banche dati. Trattasi di elenchi in cui compaiono informazioni più o meno dettagliate sulla storia creditizia dei consumatori. Anche il semplice rifiuto di una richiesta di finanziamento è un elemento che viene segnalato in banca dati.
Chiaramente, ogni istituto di credito, in base alle proprie policy, può avere un atteggiamento di maggiore o minore apertura nei confronti del cliente. Ciò vale anche in caso di segnalazioni negative o, perfino, nei casi di totale assenza di indicazioni (se, ad esempio, è la prima volta che richiedi un prestito personale).
Come devo comportarmi se in passato mi è stata rifiutata una richiesta di prestito personale?
In linea generale, nulla ti vieta di presentare in qualsiasi momento una richiesta di prestito personale. Conviene, però, fare attenzione ad alcuni aspetti. Se hai ricevuto il rifiuto più di 90 giorni fa, puoi richiedere senza problemi un prestito personale. In base a quanto previsto dal Codice di Condotta dei Sistemi Informativi, all’interno delle banche dati il rifiuto di una richiesta di prestito viene, infatti, conservato per 90 giorni.
Questo significa che, probabilmente, nell’arco di quei 90 giorni la tua richiesta di prestito, anche se presentata presso altri intermediari, difficilmente verrà accolta. Attenzione. Questo non implica affatto che, trascorsi i 90 giorni, vi siano maggiori probabilità di ottenere il finanziamento. Il punto è che è importante riflettere sulla motivazione che ha portato l’intermediario a rigettare la richiesta di prestito.
Se il motivo concerne l’assenza dei requisiti reddituali, a meno che la tua situazione reddituale non sia mutata dalla data dell’ultimo rifiuto, difficilmente otterrai il prestito.
Il discorso, invece, cambia se la motivazione del rifiuto riguarda una segnalazione come cattivo pagatore. Se il tuo ritardo di pagamento è stato non superiore a due rate o mesi, la segnalazione rimane in banca dati per 12 mesi, conteggiati a partire dalla data in cui hai regolarizzato i pagamenti. Al contrario, qualora tu abbia accumulato ritardi superiori a due rate o mesi, il dato sarà conservato per i 24 mesi successivi alla regolarizzazione del debito.